nove tipi di enneagramma in letteratura. Il primo rottermeier

Enneatipo Uno. La Signorina Rottermeier (Perfezionista)

Il tipo Uno è definito da C. Naranjo “un oligarca mosso dalla devozione all’autorità e da uno spirito di dominio che mira al potere e alla ricchezza”, e non già all’interesse personale, ossessionato da una volontà di “eccellere al servizio di una segreta sete di comando”. Adottare questo atteggiamento gli consente di essere meritevole e degno di riverenza, senza la quale non potrebbe conformarsi alle eccessive richieste genitoriali che hanno dominato la sua infanzia. Il forte risentimento che egli nutre per essersi sottomesso contro la propria volontà, sin da bambino, al rispetto delle regole, fa nascere in lui un inconscio sentimento di rabbia, mascherato da un comportamento di rigida rispondenza agli obblighi. Infatti l’elevato senso del dovere che lo orienta nell’agire, gli consente di contrastare il piacere, che viene sacrificato in nome della morigeratezza e della rettitudine1.

Ha un carattere autoritario e un po’ snob e mostra un certo senso di superiorità, dettando legge agli altri come se salisse in cattedra per dare il buon esempio. Peraltro, le critiche che rivolge di continuo a tutti, affinché si comportino come dice lui, sono finalizzate ad esercitare e a mantenere il controllo.
La sua preoccupazione per la correttezza è riferita all’attenzione per la forma e per l’esteriorità, “la cui mancanza è rivoltante” (C. Naranjo). Egli infatti è dedito al perfezionismo, alla ricerca di ciò che è meglio e bene fare, all’eccesso delle buone maniere e “soppesa ogni singola parola” (C. Naranjo), così come pure ogni gesto, facendo sentire sbagliato chi gli sta accanto.

Proprio come faceva Suor Eglantina, la madre priora descritta da G. Chaucer ne “I Racconti di Canterbury”, che “sapeva recare il cibo alla bocca facendo bene attenzione che nessuna briciola le cadesse dalle labbra e s’asciugava così bene che nella sua coppa non si scorgeva la più piccola traccia d’unto quando aveva bevuto; si sforzava d’aver modi dignitosi per essere stimata degna di riverenza”.

Dietro gli onesti propositi con i quali si assurge a saccente comandante, si cela la rabbia occultata dal rigore per l’ordine, dal rispetto delle regole sociali e dal senso di responsabilità, con i quali si permette di dare libero sfogo ai suoi modi severi. La sua indole infatti, è irascibile e competitiva, è critico e intransigente e, se le cose non sono fatte come si conviene, non esita a mostrare la sua rabbia in modo irruente. Tuttavia, vive forti resistenze ad esprimere l’ira, “salvo nelle occasioni in cui si sente giustificato a farlo nella forma di una giusta indignazione” (C. Naranjo) per ciò che non sarebbe socialmente approvato. Inoltre, la giusta causa cui si appella per manifestare l’aggressività ne rappresenta solo il pretesto e non già il motivo del suo vero disappunto.
Il tipo Uno ha una struttura caratteriale in cui una responsabilità eccessiva si è tramutata nel bisogno di occuparsi di ogni cosa in maniera quasi maniacale e di agire compulsivamente secondo il senso del dovere, che gli fa da guida e da propellente per una forma indispensabile di autocontrollo.

Per esempio risulta evidente come Bertha Pappenheim, più nota come Anna O., il cui caso fu seguito da S. Freud, incarnasse la personalità di tipo Uno: “Dalle bambine a lei affidate si aspettava lo stesso grado di autodisciplina che esigeva da se stessa, non tollerava il minimo segno di indolenza; il suo talento era controllato da uno spirito critico molto acuto; la sua volontà, energica, tenace e costante, giungendo talora fino all’ostinazione. La cura e l’assistenza di taluni malati poveri le consentivano di soddisfare un forte suo impulso naturale, sebbene mantenne sempre una certa distanza emotiva. Svolgeva le sue attività casalinghe alla perfezione, quasi incessantemente. Se le capitava di commettere un errore nell’indicare la sequenza degli eventi, subito si correggeva, se non poteva farlo smetteva addirittura di parlare” (L. Freeman, “La storia di Anna O.”).
A proposito della rabbia repressa J. Breuer, collega di S. Freud, diceva della stessa paziente: “un vulcano viveva in questa donna, che eruttava quando qualcuno la faceva adirare”.

Il carattere di un’altra istitutrice, nota come la Signorina Rottermeier, incarna alla perfezione questo tipo, che con i modi severi usati per impartire la disciplina, incute terrore alla sola vista.

Ne fornisce un altro esempio inequivocabile Katerina Ivanovna ne “I Fratelli Karamazov” di F. Dostoevskij, la quale non è realmente innamorata di Dmitrij (un tipo Otto), perché si sente in debito nei suoi confronti. Infatti, “ingannava se stessa con il suo finto amore per Dimitrij, frutto di un malinteso sentimento di gratitudine … Un carattere come quello aveva bisogno di dominare”.  Ella finirà per accusarlo di parricidio, sebbene sia innocente, facendosi fuorviare dalle apparenze in nome dei principi morali piuttosto che affidarsi ai fatti, mostrando così di restare fedele a ciò che si conviene, pur di non perdere la propria integrità.

Anche “l’aspetto brusco, pignolo e a volte pauroso” di Miss Betsy, che “nasconde una delicatezza e un’integrità morale di grande spessore”, nel romanzo di C. Dickens “David Copperfield”, descrive bene il nostro tipo Uno. La zia Betsy infatti, mostra di avere un carattere arcigno ma si svela una persona di buon cuore, occupandosi di pagare gli studi del nipote, nonostante al momento della sua nascita sia rimasta inorridita alla notizia che fosse un maschio.
Tuttavia, resta pur sempre fedele all’etica sociale facendo credere persino di essere vedova per nascondere l’esistenza di un marito buono a nulla, della cui indolenza si vergogna enormemente.

Note:
1 “Pensai a come mi sarei divertita alla festa. Poi mi vergognai del mio egoismo (L. Freeman, La storia di Anna O).

Bibliografia

– Dickens, David Copperfield, Einaudi, Torino, 1976 (Zia Betsy)

– Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Einaudi, Torino, 1970

– Spyri, Heidi, Einaudi, Torino, 2016

– Freeman, La storia di Anna O., Feltrinelli, Milano, 1979

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