La chiamano compatibilità, match, incrocio, basta un click e il tuo like sarà immediatamente ricambiato da un altro e in men che non si dica sei lì a raccontare la tua vita a uno sconosciuto.
Questo si verifica nella migliore delle ipotesi, ovvero quando vi chiedono che lavoro fate, chi siete, se siete single e perché siete lì.
Anche se generalmente questa è una domanda a doppio taglio, apparentemente interessata a conoscervi meglio, ma il più delle volte a cercare di comprendere se saltare una serie di passaggi e arrivare direttamente al sodo perché volete la stessa cosa o lasciar perdere perché non volete la stessa cosa.
Ma certo, voi donne volete il principe azzurro, cercate una persona che vi sappia amare, confortare, sostenere, l’anima gemella insomma. Mentre notoriamente gli uomini non cercano storie serie e impegnative, vogliono relazioni frivole, si accontentano di un’amicizia senza impegno, di una trombamicizia, cercano storie di sesso. Tuttavia, anche questi sono dei luoghi comuni, perché le persone che incontrate nelle social app come Tinder, sono tra le persone più comuni che potreste conoscere per strada, sul luogo di lavoro, in palestra o che potrebbe presentarvi un amico.
Ora, la curiosità più grande sta nel comprendere come un fenomeno come l’innamoramento si possa davvero verificare in chat come quelle di Tinder, che hanno fatto la loro fortuna proprio puntando sulle due modalità umane più naturali per farci innamorare o no, switchando a destra (che significa dare il like al profilo di chi stiamo guardando), e a sinistra (che significa nope, ovvero no nel gergo parlato).
Nell’innamoramento intervengono due meccanismi: quello dell’identificazione e quello dell’alienazione, nel senso che il primo interviene in risposta ad una pulsione di attrazione per quegli aspetti dell’altro che l’individuo riconosce come propri e dunque come più familiari e il secondo agisce in risposta a un istinto di rifiuto di fronte a quello che l’individuo considera dell’altro come estraneo da sé.
Sono proprio questi i meccanismi che permettono alle persone di riconoscersi ed entrare in relazione e non è un caso che nelle app come Tinder il primo incontro o match si stabilisca proprio sull’immediatezza della scelta secondo l’impulso dell’attrazione e del rifiuto.
In effetti anche la scienza e le teorie sull’evoluzione suggeriscono che scegliamo il partner più compatibile a noi per portare avanti la specie in base a ciò da cui ci vogliamo allontanare, per un senso di repulsione (NOPE) e a ciò a cui ci vogliamo avvicinare perché ci piace (LIKE).
Tinder è lo specchio di quello che incontrate anche nella vita reale: c’è ogni genere di persona e potete ‘matchare’ con chiunque, dal negoziante dove vi recate tutti i giorni al vicino di casa, dalla ragazza della porta accanto al bravo ragazzo, dall’uomo o la donna sposati, fino all’amica che non avreste mai detto potesse trovarcisi.
D’altra parte chiunque abbiamo incontrato nella vita, prima che la incontrassimo è stata una persona a noi sconosciuta. Dunque non c’è nulla di innaturale nel conoscersi in questo modo, che è solo uno strumento diverso per incontrarsi e più difficile da gestire, perché meno immediato e diretto di una conoscenza fatta dal vivo.