Il disturbo bipolare è una malattia molto frequente della quale si ha poca conoscenza e, generalmente, un’opinione sbagliata. Molte delle persone che soffrono di questo disturbo purtroppo non ricevono una diagnosi precisa, non potendo ricorrere ad un trattamento efficace. 

Mentre con il disturbo bipolare si può convivere prendendo dei farmaci, che consentono di compensare la gravità dei sintomi, e seguendo un percorso di psicoterapia, che migliora enormemente la qualità di vita di chi ne è affetto. 


Che cos’è il disturbo bipolare?

Il disturbo bipolare è una malattia che compromette i meccanismi cerebrali che regolano il tono dell’umore e per questo chi ne soffre non riesce ad avere il controllo delle proprie emozioni, per cui oscilla frequentemente tra stati depressivi e di euforia. Infatti la patologia è caratterizzata da un’alternanza di fasi o episodi cosiddetti maniacali – incremento dell’attività psicomotoria e umore sproporzionato – e depressive – umore molto basso e apatia -. 


Qual è la causa di questa malattia? 

La causa di questa patologia è biologica e la sua origine è genetica, nel senso che nelle persone che ne sono affette si riscontra un malfunzionamento del sistema limbico, che è la parte del cervello deputata alla regolazione dell’umore. Pertanto, il loro stato d’animo può subire alterazioni costanti e improvvise senza che le variazioni di umore siano in relazione con quanto accade loro nella vita. Ciò significa che non è necessariamente presente un problema di natura personale, lavorativo, familiare o sociale che le giustifichi. 

I fattori psicologici, invece, fungono da innesco per scatenare il disturbo, a prescindere che si tratti di eventi positivi o negativi: la persona può andare incontro a dei picchi umorali che si possono generare, per esempio, sia in concomitanza di una separazione che di un matrimonio. Inoltre potrebbe darsi che la reazione corrisponda ad una fase maniacale o ad una depressiva: nel caso di un lutto, per esempio, la persona può comportarsi in maniera esagerata rispetto all’evento e diventare molto attiva sia da un punto di vista lavorativo che sociale, oppure isolarsi e cadere nella depressione rimanendo inerme. E altre volte, come nel caso di una gravidanza, può accadere che una determinata condizione esacerbi lo stato depressivo, causando una depressione post partum.

Perciò, oltre che a un medico, è importante rivolgersi a uno psicoterapeuta per sostenere l’impatto emotivo di certi avvenimenti e ripristinare l’equilibrio. 


Perché andare in terapia se si ha un disturbo bipolare?

Andare in terapia permette di avere una buona qualità di vita senza che il disturbo bipolare diventi invalidante e mantenere stabile la patologia, riducendo la severità dei sintomi. Non seguire un percorso e non prendere i farmaci può aggravare il decorso della malattia: gli episodi diventano sempre più lunghi ed intensi e i periodi senza sintomi si riducono o scompaiono nel tempo.

La terapia consente di:

  • Ristabilire l’equilibrio a livello emotivo imparando a riconoscere gli stati d’animo e i segnali che potrebbero essere il preludio di episodi maniacali o depressivi (può essere utile tenere un calendario dove segnare gli episodi di ricaduta e gli avvenimenti concomitanti, in modo da individuare i temi principali su cui lavorare)
  • Sollevare il paziente dai sensi di colpa che lo affliggono riguardo all’idea di essere la causa del suo malessere e del disagio che prova chi gli sta accanto per convivere meglio con il disturbo, smettere di sentirsi stigmatizzati e superare i pregiudizi
  • Accettare di non essere responsabili degli effetti e delle reazioni che si hanno quando si è nel periodo di massima esplosione della malattia e che non si ha potere di intervenire se non seguendo il piano terapeutico e farmacologico, che deve essere specifico e personalizzato
  • Stabilire con il terapeuta delle regole da seguire nei momenti peggiori come non interrompere l’uso dei farmaci, chiamare il professionista quando è in crisi, richiedere il sostegno dei familiari. Definire un piano di concerto con il terapeuta per regolarizzare le proprie abitudini e tenersi impegnati: svolgere attività giornaliere pratiche e semplici; attività fisiche all’aperto come brevi passeggiate; attività piacevoli che includano le proprie passioni, come ascoltare la propria musica preferita, per rilassarsi e ridurre l’ansia 
  • Mantenere una certa regolarità rispetto agli orari, alla cadenza degli impegni e ai programmi quotidiani è molto utile per i pazienti bipolari perché permette loro di acquisire una disciplina, che di solito non riescono ad avere a causa della confusione mentale, della difficoltà di memoria e di concentrazione, soprattutto durante i periodi di acume della malattia 
  • All’inizio di un percorso di terapia può essere molto utile per il paziente fare uno o più incontri che coinvolgano la sua famiglia per spiegare la condizione in cui verte e ottenere maggiore comprensione, oltre a fornire valide indicazioni come non essere iperprotettivi o, al contrario, giudicanti. Questo consente di liberarsi dalle accuse reciproche e dai sensi di colpa personali
  • Individuare gli eventi del passato che possono aver scatenato il disturbo e prevenire la comparsa di un nuovo episodio maniacale o depressivo elaborando il vissuto emotivo che può averli provocati
  • Imparare a gestire gli aspetti che possono fungere da fattori scatenanti o aggravanti del disturbo
  • Ridurre lo stress per un paziente bipolare può essere fondamentale per evitare la comparsa degli episodi tipici del decorso della malattia e, dato che la psicoterapia consente di acquisire consapevolezza sui propri aspetti caratteriali, può migliorare anche la capacità di adattamento alle situazioni stressanti
 

Quali sono i sintomi del disturbo bipolare?

 

SINTOMI MANIACALI

  • riduzione del bisogno di dormire, incremento dell’energia, irritabilità, aggressività, ridotta percezione del rischio, impulsività e mancanza di ragionevolezza, iperattività, aumento della socievolezza, propensione all’eccesso come l’acquisto compulsivo, euforia, espansività, loquacità e aumento della velocità del pensiero, aumento dell’impulso sessuale, trascuratezza o vistosità nella cura dell’aspetto fisico, idee di grandiosità, che nei casi più gravi può sfociare in sintomi psicotici, quali deliri – idee basate su interpretazioni errate della realtà – e/o allucinazioni – sentire, vedere, percepire cose inesistenti.

SINTOMI DEPRESSIVI:

  • stanchezza, aumento della sonnolenza o insonnia, perdita di interesse nelle cose, ansia, apatia, svalutazione di sé stessi, pessimismo e le idee di morte e/o suicidarie, mancanza di energie, sensazione di vuoto, calo o scomparsa del desiderio sessuale. 

STATI MISTI

  • Alcuni pazienti – disturbo bipolare di tipo I – possono andare incontro a fasi miste che consistono in episodi caratterizzati da un insieme di sintomi depressivi e maniacali. 

I sintomi più frequenti di questa fase sono: irritabilità, difficoltà ad addormentarsi, impazienza, intolleranza verso gli altri, ansia, pensieri negativi e accelerazione del pensiero. 


Quanti tipi di disturbo bipolare esistono?


Ciclotimia: lievi fluttuazioni del tono dell’umore, spesso confusi con tratti di personalità della persona che ne soffre  

Disturbo bipolare di tipo I: gli episodi possono essere maniacali, ipomaniacali – mania lieve – depressivi e misti

Disturbo bipolare di tipo II: presenta solamente ipomania e depressione e gli episodi di euforia sono meno gravi di quelli che si manifestano nel tipo I 

Disturbo schizoaffettivo di tipo bipolare: è simile al disturbo bipolare di tipo I, ma in questo caso i sintomi psicotici (deliri e allucinazioni) sono sempre presenti, mentre nel bipolare I compaiono solo durante una fase maniacale o depressiva.

Essere informati sui sintomi offre la possibilità di fare una diagnosi corretta e di curarsi. Con un trattamento adeguato la persona con bipolarismo può condurre una vita sana e normale, raggiungendo obiettivi di successo.  

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