- Aprile 1, 2025
- Valentina Arci
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Il trattamento dei disturbi con l’ipnosi si basa sull’uso della trance per indurre uno stato modificato di coscienza che permette al paziente di essere libero dal giudizio e dalle critiche e che lo predispone maggiormente ad accettare una prospettiva diversa del suo problema.
L’esperienza che viene vissuta durante uno stato di trance è reale per chi la vive, cioè, produce lo stesso effetto che la persona otterrebbe facendola nella realtà.
Se, per esempio, il paziente ha paura di volare e sperimenta in trance la possibilità di riuscire a prendere l’aereo immaginando di essere lì e di sentirsi bene mentre sta seduto sulla poltrona, riesce ad affrontare il suo timore e può farlo davvero.
Facendo esperienza diretta della situazione ansiogena le sensazioni positive restano memorizzate nel corpo e la consapevolezza che è possibile replicare quell’azione si consolida nella mente.
L’efficacia dell’ipnosi è comprovata per il trattamento di vari disturbi:
Dissociazione e amnesia: consiste nel concentrare l’attenzione sulla parte dolente, per poi spostare il focus sulle altre parti del corpo e progressivamente dimenticare la parte che fa male. L’attenzione si sposta sulle zone rilassate e mentre la parte conscia è fissata sul dolore, l’inconscio (attivato dall’ipnosi) permette di avvertire il piacere percepito nelle fasce muscolari non interessate dal dolore. Così il paziente viene guidato a notare le sensazioni piacevoli che, man mano subentrano a quelle spiacevoli. In questo modo il corpo si dissocia dalla mente come se la parte dolente fosse staccata dal corpo, così il dolore si può tenere mentalmente separato.
Desensibilizzazione: in questo caso il paziente dovrà concentrarsi sulla parte dolente del corpo fino a percepire il massimo grado di fastidio e immaginare che questo corrisponda alla sensazione di qualcosa di molto caldo o molto freddo. Poi gli verrà chiesto di abbassare la temperatura portando il livello di percezione dolorosa ad un punto sopportabile in una scala di valore da 0 a 10, che man mano si ridurrà sempre più fino a sparire.
Tecnica del guanto: il paziente viene invitato ad immaginare di avere indossato un guanto particolare dai poteri benefici su una mano, che passando sulla parte dolente riesce a portare via il dolore. Ciò si verifica per effetto dell’anestesia dell’arto, ovvero il paziente immagina che la sua mano sia intorpidita fino a diventare congelata e dunque impercettibile. Poi, in uno stato di rilassamento sempre più profondo, viene indotto ad ampliare questa sensazione prima al braccio, poi ad una gamba e così via fino a toccare con il guanto la parte che fa male e rendere insensibile anche quella.
Body scan (valida anche per l’insonnia): consiste nella distensione progressiva di tutti i muscoli del corpo a partire dalla testa fino ad arrivare ai piedi, come se il corpo venisse attraversato da uno strumento che consente al paziente di passare in rassegna tutte le parti e modificarne la percezione dolorosa. Pian piano i muscoli diventano più molli e pesanti e si ha la sensazione di sprofondare nella poltrona fino ad abbandonarsi completamente al rilassamento.
Tutte le tecniche permettono alla mente di registrare soltanto gli stimoli positivi o neutri in modo che ad essi venga associato uno stato di benessere corporeo che solitamente il corpo non si concede di sperimentare.
Esposizione diretta allo stimolo, durante la quale il paziente viene guidato a visualizzare sé stesso nella situazione stressante che gli procura ansia, mentre riesce a governarla con calma e sicurezza. In questo modo egli acquisisce la consapevolezza di essere capace di gestire le sue emozioni perché pratica l’uso delle risorse che si sono discusse nelle sedute precedenti. Inoltre, il fatto di sperimentarsi in un luogo sicuro con il supporto del terapeuta, offre al paziente la possibilità di affrontare e superare le sue paure anche quando sarà solo di fronte agli stimoli che gli generano ansia.
Ristrutturazione cognitiva (sia per i disturbi d’ansia che per l’elaborazione di traumi), che consente di rivivere in una condizione di maggiore calma quei vissuti che ancora provocano agitazione e sofferenza, ricostruendo con l’immaginazione le scene passate secondo una visione più positiva di sé. Questo aiuta il paziente a sentirsi più adeguato e a servirsi degli strumenti necessari a modificare alcuni comportamenti che pensava fosse impossibile trasformare.
Tecniche di rilassamento e trance profonda, che il paziente può apprendere anche per andare in autoipnosi, come per esempio la visualizzazione di un luogo sicuro, la concentrazione sul battito cardiaco o sul respiro, la discesa delle scale per cui ad ogni gradino si entra in uno stato sempre più profondo di rilassamento. Si tratta di tecniche che, sebbene simili alla meditazione e alla mindfullness, a differenza di queste, usano l’inconscio per disporsi ad accogliere lo stato di allentamento del controllo e ridurre la coscienza della parte vigile. L’ipnosi permette così di adoperare il corpo per entrare in contatto con la necessità di riposo, e la mente per bloccare i pensieri che non concedono di dormire.