- Marzo 22, 2019
- Valentina Arci
- Nessun commento
“La passione rende la sua anima simile a un mare in tempesta” (F. Ad-Din Attar), il suo dramma, incline alla tragedia, è la perenne ricerca dell’oggetto d’amore perduto, che diventa indispensabile alla sopravvivenza come compensazione del proprio senso di inferiorità, di colpa e di vergogna. S. Freud definì le persone con questo carattere dicendo “che hanno la pretesa di essere un’eccezione”4 per la loro sofferenza esasperata e per la loro ipersensibilità, esclusive del loro modo di essere, e per il fatto di sentirsi ingiustamente incompresi e inadeguatamente riconosciuti. Perciò ritengono di dover essere trattati in modo particolarmente riservato e di dover passare attraverso una grande sofferenza per meritare l’amore.
L’amore infatti, è ricercato per compensare la mancanza di amore di sé e la mal sopportazione della solitudine, a riprova di una scarsa auto immagine.
Mossi dall’invidia, che li costringe a confrontarsi con gli altri, che appaiono ai loro occhi sempre migliori in tutto, diventano ossessionati dalla perfezione e mostrano un certo grado di snobismo per equipararsi agli altri e ottenere ciò che non hanno. Tuttavia, a causa della forte autodenigrazione e del senso di colpa, si puniscono mettendosi in situazioni volutamente dolorose che finiscono con avvalorare le loro aspettative negative.
Questo stralcio di dialogo tra un analista e la sua paziente, riportato da C. Naranjo ne “Gli enneatipi nella psicoterapia”, conferma il meccanismo masochista che c’è dietro la modalità caratteriale del tipo Quattro: “Cominciava quelle commoventi narrazioni per le quali possedeva uno straordinario talento istrionico …”.
“… Perché oggi è così ansiosa di farsi rifiutare?”, dissi.
“Gliel’ho detto: perché la odio”.
“D’accordo. Ma perché sta cercando di farsi rifiutare?”.
“Perché secondo lei il mio schema è questo. Esaspero le persone fino a farmi rifiutare, poi mi sento indegna e addolorata, e ho una buona scusa per punirmi. Non è così che funziona?”.
Il tipo Quattro inconsapevolmente si fa rifiutare, per poi autocommiserarsi e lamentarsi del fatto che non vale niente. Dunque è come se autorizzasse gli altri a rifiutarlo, perché infondo si crede e si rende deprecabile, sebbene al contempo voglia farsi compatire per questo.
Un chiaro esempio di questo tipo è rappresentato da Rodolphe in “Madame Bovary”, che cerca di sedurre Emma esagerando lo stato di sofferenza in cui verte, paragonandosi agli invidiosi, i quali, una volta giunti nell’inferno, vedendo le anime sottoposte alle torture, si rammaricano e si sentono delusi nel constatare che a loro non è stato riservato un posto: “… in mezzo alla gente so mettere sul viso una maschera beffarda, eppure quante volte alla vista di un cimitero, al chiaro di luna, mi sono domandato se non sarebbe meglio per me andare a raggiungere quelli che dormono laggiù … I miei amici? Ne ho forse? Chi si preoccupa per me?” (G. Flaubert). Tuttavia, egli è solo superficialmente attratto da Emma, tanto che la sera prima di fuggire con lei, Rodolphe vi rinuncia, e, al crescere della sua disperazione innanzi al fatto di averla abbandonata, perde ogni interesse nei suoi confronti e pone fine alla loro relazione. Tuttavia sembra darsene una gran pena, perchè la natura del tipo Quattro è quella di soffrire oltre misura della privazione dell’affetto altrui, anche quando è lui stesso a rifiutarlo.
A causa del loro bisogno di accoglienza, che sia mosso dalla vergogna e dalla timidezza, o dall’odio e dall’arroganza, questi enneatipi sono facilmente soggetti alla delusione e alla frustrazione, che genera una rabbia, spesso rivolta contro sé stessi.
La personalità nostalgica e melodrammatica è perfettamente incarnata da Marcel Proust nel suo io narrante autobiografico ne “Alla Ricerca del tempo perduto”, che combatte contro la sua bassa autostima e le sue fragilità per trovare finalmente la forza di scrivere lo stesso romanzo.
Malgrado il pessimismo con il quale è solito vedere il mondo, il tipo Quattro è particolarmente sensibile alle ingiustizie, per cui si fa paladino di chi ne è vittima; inoltre risulta romantico, sentimentale, propenso all’arte e amante dell’estetica, nonché incline all’intensa espressione di emozioni anche di gioia.
Tra le sue caratteristiche troviamo la tenacia, ben evidente nella personalità di Melania in “Via col vento”, la cui forza interiore la sorregge nelle varie avversità della vita, e il cui coraggio le consente di venire in aiuto di Rossella anche quando è a letto malata e si alza per proteggerla da uno yankee aiutandola a nascondere il cadavere del soldato che ha ucciso per difesa.
In ultimo, ad identificarsi esattamente nell’altalenanza degli umori di cui è vittima il tipo Quattro, troviamo la bella e inquieta Anna Karenina, che si strugge d’amore e soffre le pene dell’inferno immaginando di aver perso l’ammirazione di Vronskji, per il quale ha tradito il marito ed è venuta meno a tutte le convenzioni sociali, e il cui patimento la porta al suicidio.
Note:
4 Nel senso che credono che “la vita sia in debito con loro e che abbiano diritto a tutti i privilegi” (C. Naranjo).
Bibliografia:
– G. Flaubert, Madame Bovary, Mondadori, Milano, 2001 (Rodolphe)
– L. Tolstoj, Anna Karenina, Einaudi, Torino, 2014
– M. Mitchell, Via col vento, Mondadori, Milano, 2016 (Melania)
– M. Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Einaudi, Torino, 2008