- Gennaio 22, 2019
- Valentina Arci
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ToggleChe cos’è l’Enneagramma
L’Enneagramma è il modello di personalità più antico esistente al mondo e alcuni studiosi fanno risalire la sua nascita al 700DC, la sebbene sia difficile collocare con precisione le sue origini. In primis questo strumento potrebbe aver riscosso interesse nei babilonesi e ne è una testimonianza il fatto che tra i reperti appartenenti al periodo della loro civiltà è stata rintracciata l’immagine della stella a nove punte con la quale viene identificato l’Enneagramma, rappresentato da un cerchio all’interno del quale sono inscritte nove tipologie di personalità. Nella figura le linee mostrano la direzione verso la quale l’individuo dovrebbe orientarsi per la propria evoluzione personale e la direzione verso cui tende, nel senso che la predisposizione del carattere è determinata anche dall’affinità con il tipo che gli corrisponde nel disegno.
Tuttavia, la validità dell’insegnamento trasmesso resta certa proprio in virtù del fatto che l’Enneagramma riassume un’insieme di preziose conoscenze ottenute dall’osservazione millenaria delle caratteristiche psichiche umane. Infatti, originariamente la conoscenza dell’Enneagramma era riservata ai maestri Sufi, la cui filosofia contemplava l’importanza di coltivare l’autoconoscenza per sganciarsi dalle passioni ed elevare la propria spiritualità, e veniva tramandata per via orale a discepoli eletti affinchè imparassero a liberarsi dai vizi e ad alimentare le virtù della loro personalità.
Così questa disciplina, trasmessa da tempi immemorabili da maestro a discepolo, è comparsa per la prima volta in forma scritta nel 1949, nell’opera “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di Piotr Demianovich Ouspensky (1878- 1947), nella quale il filosofo rende conto dei suoi otto anni di lavoro con il maestro Georges Ivanovic Gurdjieff (1866-1949), che fu il primo ad apprendere l’Enneagramma dai Sufi nel 1920 in Afghanistan.
Ma fu grazie ad Oscar Ichazo (1931), che negli anni settanta lo insegnò nell’Istituto di Psicologia Applicata di Santiago e ad Arica, in Cile, e a Claudio Naranjo (1932), suo allievo, che l’Enneagramma cessò di essere una pratica segreta e diventò conosciuto come teoria della personalità e utilizzato come metodo di crescita personale. Così, quando all’inizio degli anni Ottanta Helen Palmer, un’allieva di C. Naranjo, lo ha portato negli Stati Uniti come strumento di autoanalisi, questa disciplina antichissima è arrivata fino ai giorni nostri.
Perché conoscere l’Enneagramma
L’idea su cui si fonda il principio di base dell’Enneagramma è che una parte della personalità agisce in maniera coatta, cioè meccanica, nel senso che per affrontare gli eventi adottiamo la sola modalità che prescrive il carattere, seguendo schemi di condotta che nel tempo diventano estremamente rigidi e impediscono di valutare di volta in volta come è meglio comportarsi.
La conoscenza del carattere attraverso l’ausilio della terapia permette al paziente di accorgersi quali parti di sè limitano le sue modalità esistenziali e di sfruttare al meglio le sue potenzialità, inventando sempre nuovi modi di reagire alle situazioni.
Si tratta di modificare i comportamenti automatici e renderli più consoni alle varie circostanze, così da ampliare l’impiego degli strumenti a disposizione.
La fissità delle risposte comporta la perdita della capacità di reagire in maniera creativa al presente e di sapersi adeguare ai cambiamenti, che tipicamente determina il funzionamento nevrotico della persona.
L’analisi del carattere serve a recuperare l’equilibrio del proprio modo di essere e a guarire dalla nevrosi.
L’Enneagramma nella psicoterapia
L’Enneagramma è usato in terapia come approccio conoscitivo utile per individuare le dinamiche caratteriali, come se il paziente si osservasse dall’esterno, e per modificare la propria condotta quando appare inadeguata al contesto.
La difficoltà a riconoscere il carattere sta nel fatto che ognuno è generalmente inconsapevole dei propri meccanismi e della motivazione che spinge ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
La personalità è un insieme di tratti derivanti dai primi sentimenti che il bambino prova nei confronti dei genitori e dal modo in cui è stato impostato il rapporto con essi, che determina la propria visione del mondo, nonché la specificità del carattere.
Il carattere è il risultato di una strategia di mantenimento dell’atteggiamento che in origine si è rivelato efficace ad ottenere quello di cui avevamo bisogno.
Da adulti adottiamo ancora il comportamento che abbiamo appreso da bambini come più funzionale a ricevere amore, a seconda che fosse più conveniente obbedire per non essere puniti, fare i bravi per non dare fastidio, difendersi per non farsi rimproverare o fare bella figura per essere lodati.
Il problema è che il bisogno del bambino di ricevere l’amore necessario dai genitori può essere stato frustrato o tradito in diversi modi e pertanto l’individuo cercherà di adottare delle strategie difensive per non incorrere nel rischio che, da adulto, accada lo stesso. Il carattere è il meccanismo di cui ci si serve per compensare il mancato soddisfacimento affettivo nella relazione con i genitori e il modo in cui ciascuno ha reagito a questa “carenza originaria” determina il proprio Enneatipo caratteriale.
Purtroppo, però, i condizionamenti originatisi nell’infanzia si strutturano come modalità di espressione rigide e permanenti, che restano invariate anche quando non sono più utili, a meno che non si modellino con la terapia.
Seguire il carattere significa specializzarsi nell’uso di una sola funzione a scapito delle altre, come se fossimo menomati, mentre, per avere un sano equilibrio la personalità dovrebbe tendere verso l’alternanza di tutte le funzioni. Queste funzioni sono nove e corrispondono alle disposizioni motivazionali dei diversi caratteri o Enneatipi.
Perciò il percorso di terapia attraverso l’uso dell’Enneagramma mira all’integrazione delle varie funzioni, affinché si impari a destreggiare tutte con la stessa abilità e a trasformare i propri limiti in risorse.
Cura il tuo carattere perché diventerà il tuo destino
Alla funzione è associata un’idea, ovvero una convinzione che viene seguita pedissequamente al servizio del carattere e che diventa una guida per il nostro comportamento. Per esempio, un Enneatipo Quattro crede che il mondo sia un posto pieno di ingiustizie e che tutti se lo prendano di mira, pertanto ciò che si dice costantemente è:” Non è giusto” e si comporta da vittima, in funzione del fatto che si sente escluso. Un Enneatipo Tre, invece, è convinto che il mondo sia un posto meraviglioso e che, siccome teme di non essere visto, si dà un gran da fare per essere ammirato.
Il lavoro in terapia consiste nell’individuare quale sia l’ideologia portante del carattere per valutare quali sono gli effetti nocivi che ne derivano nella vita del paziente e quanta energia gli costi essere assoggettato a un’idea in funzione della quale non può esprimersi liberamente.
Una terapia del carattere è semplicemente un processo di ristabilimento dell’equilibrio e di reificazione dall’ideologia, grazie al quale assumere un atteggiamento in un certo senso antagonista al proprio. Per esempio, un Enneatipo Otto, per via della sua eccessiva presa di potere sulle relazioni e sulle situazioni, dovrebbe imparare a sottomettersi di tanto in tanto; un Enneatipo Sei, che immagina potenziali pericoli anche quando non ce ne sono, dovrebbe rassegnarsi agli eventi e rinunciare a tenere tutto sotto controllo, per frenare la sua paura.