enneatipo 6 don chichotte paranoide

Il tipo Sei è dominato dalla paura, che si può esprimere in forme diverse: come aggressività (sottotipo sessuale controfobico), debolezza (sottotipo insicuro autoconservativo) o dubbio (sottotipo sociale).

Il sottotipo sessuale usa “l’intimidazione per difendersi dalle fantasie paranoidi” (C. Naranjo), nel senso che si mostra aggressivo e risoluto nell’intento di mascherare la sua insicurezza, tramutando la paura che lo attanaglia nell’atteggiamento contrario;
Il sottotipo autoconservativo sente un forte bisogno di rassicurazione, perciò si mostra un alleato amichevole e fidato per trovare sostegno e protezione nell’altro;
Il sottotipo sociale si affida ad un’ideologia esterna cui fare riferimento per sganciarsi dalle sue idee personali che altrimenti lo renderebbero dubbioso, in quanto non si fida neanche di se stesso.
Quest’ultimo è il caso del Dottor Stranamore che, appellandosi alla scienza, nonché agli ideali di qualcun altro, motiva e giustifica una manovra estremamente crudele.

Egli infatti, uno scienziato nazista impiegato nel governo americano, ma rimasto fedele alle idee del Fuhrer sulla creazione di una razza perfetta, escogita un piano che affiderebbe a un cervello elettronico, affinché soltanto la parte migliore dell’umanità sopravviva e si riproduca, in vista della fine del mondo.

Così Alonso, (link parola. Stesso articolo. Paragrafo: Enneatipo Nove. Pollyanna (Dipendente) nel “Don Chisciotte”, si convince di essere l’artefice di grandi e valorose imprese, incarnando la figura del cavaliere errante, che rappresenta per lui una guida cui affidarsi e con la quale identificarsi per compensare il suo senso di insicurezza. Ed è proprio la sua visionaria ostinazione che gli permette di diventare un eroe, perché se non fosse convinto che i mulini siano giganti dalle braccia rotanti, non avrebbe l’idea paranoica e utopistica di doverli sconfiggere.
Così, se da una parte la paura di soccombere innanzi ai pericoli imminenti che percepisce ovunque, lo fa sentire sottomesso e impotente, dall’altra il coraggio di ribellarvisi lo rende paladino delle sue stesse paure.

Questo meccanismo riflette chiaramente l’atteggiamento tipico del bambino che vede nelle figure genitoriali l’autorità cui obbedire o ribellarsi e che per gli enneatipi Sei, a causa della loro diffidenza, è vissuta in maniera ambivalente nel senso che vorrebbero affidarsi all’altro, ma allo stesso tempo lo temono.

Invece a Raskolnikov, protagonista di “Delitto e castigo”, “… La ragione suggerisce una cosa e il sentimento un’altra, ed è lacerato tra il persistere nel suo progetto e abbandonarlo”, tanto da rimanere intere giornate chiedendosi se sarebbe stato capace di mettere in atto la sua idea, fino a “far la prova della sua impresa”, compiendo il delitto. Questo atteggiamento è rappresentativo della “tendenza contro fobica tipica del Sei, che lo spinge ad assumersi un compito soltanto in virtù della sua difficoltà” (C. Naranjo).
La messa in atto di quella che sembrava essere solo una fantasia chiarisce quanto sia forte il conflitto che pervade il tipo Sei tra il senso di colpa e il bisogno di essere perdonato, tanto che alla fine “la sua compulsione a confessare (il delitto) serve alla sete di espiazione del senso di colpa che lo assale”. In tal senso per descrivere Raskolnikov si potrebbero usare le stesse parole con le quali è stato definito l’autore del romanzo stesso, F. Dostoevskij: “percepisce la profondità della propria follia nel momento stesso in cui la perpetra e il cui rimorso è in genere simultaneo all’azione che lo provoca”.
Questo spiega come in alcuni casi il senso di colpa è tale da dover essere annientato per non assumersene la piena responsabilità, così che se ne possa prendere coscienza solo una volta compiuto l’atto che lo suscita.

Il senso di colpa nel tipo Sei è causato dall’idea di essere debole e manchevole ed è spesso rifuggito perché la gravità del peso che gli procurerebbe è insopportabile e dunque, come per il sottotipo sessuale controfobico, è preferibile diventare carnefice piuttosto che vittima.

Nel caso degli enneatipi Sei non è possibile parlare di un unico carattere, perché possono diversificarsi molto gli uni dagli altri, come risulta evidente dagli aspetti caratteriali di questi personaggi.

Riferimenti:
Naranjo, Gli enneatipi nella psicoterapia, Astrolabio, Roma, 1997

Bibliografia:

M. de Cervantes, Don Chisciotte, Einaudi, Torino, 1992 (Don Chisciotte)
F. Dostoevskij, Delitto e castigo, Mondadori, Milano, 1994
P. George, Dottor Stranamore, Bompiani, Milano, 1964

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