ghosting psicologia del rifiuto

Perché un rifiuto fa così male anche quando ci sembra che non ci importi dell’altro? Stavate frequentando qualcuno senza un reale e profondo coinvolgimento, magari da poco tempo, e la persona è scomparsa, sparita letteralmente dalla vostra vita, come se si fosse dissolta e non fosse mai esistita?
Quando capita, la sensazione di grave malessere che provate è quella di essere rifiutati e non capite come mai sia così forte e viva, al punto di mettere in discussione le vostre certezze e farvi sentire insicuri riguardo alla percezione che avete di voi stessi.

Il motivo è che questo tipo di modalità spesso ricorda vecchie ferite, ci mette in contatto con quelle sensazioni spiacevoli che abbiamo provato in passato a seguito di un rifiuto che ci ha fatto davvero male, come per esempio quando la persona che amavamo profondamente ci ha lasciati e ne facciamo una questione di orgoglio.

Il fatto che qualcuno scompaia senza una spiegazione in realtà compromette il nostro senso di identità, per cui tendiamo a chiederci chi siamo e come siamo percepiti dall’altro e non riusciamo a comprenderne il motivo, dunque a ‘farcene una ragione’, e ciò impedisce di accettare l’accaduto e poter andare avanti.

Questo è quello che accade quando si è vittima del cosiddetto fenomeno del ‘ghosting’.

Il punto è che non siamo sicuri di noi e di piacere agli altri per quello che siamo e non accettiamo nemmeno il fatto che non possiamo piacere a tutti, così come non siamo attratti da tutte le persone che incontriamo. Il motivo per cui ci si sente tanto feriti quando qualcuno scompare senza una parola, blocca il nostro contatto sui social o sul telefono, risiede anzitutto in un problema di autostima,che ci fa restare concentrati su quello che vuole l’altro e non su quello che vogliamo noi. Il pensiero che suscita un atteggiamento simile è: “Io non valgo”, perché la sparizione dell’altro viene vissuta come un rifiuto alla propria persona e al proprio modo di essere, come se ci fosse qualcosa che non va.

Il punto è che non siamo feriti da Andrea, Francesca, Alessandro o Luca …, bensì da ciò che il comportamento dell’altro rappresenta per sé nella propria esperienza passata. In questi casi un terapeuta può aiutarvi a spostare l’attenzione sulla vera causa del vostro malessere profondo e a sminuire l’importanza che credete abbia assunto quella persona specifica.

Se da una parte il senso di svalutazione porta a pensare: “Cos’ho io che non va? Se non gli piaccio vuol dire che non vado bene”, dall’altra l’orgoglio fa dire: “Sono troppo figo per non piacergli”. Entrambe le posizioni sono erronee ed è bene imparare a diventare realisti, considerando piuttosto il contrario, ovvero che la persona che mette in atto un ‘ghosting’ ha qualcosa che non va, quanto meno rispetto all’incapacità di instaurare una relazione.

Ricorda che l’altro non sta rifiutando te, ma un uomo o una donna con cui avere una relazione.

Anche quando la relazione non è andata tanto bene e l’altro non vi piaceva abbastanza, ma è finita, e lui o lei sono scomparsi, restate male perché infondo avevate creduto e sperato che potesse essere la persona giusta e scoprire che non si è rivelata l’anima gemella è una delusione.

Se poi a scomparire è la persona di cui vi eravate innamorati, allora la ferita che lascia questo tipo di delusione è inevitabilmente più profonda e quello che bisogna fare è simile ad affrontare un lutto e andare avanti. Bisogna imparare a saper perdere e ricominciare, immaginando che la prossima volta andrà meglio e che è solo una questione di probabilità, pertanto quanto più vi date la possibilità di provare ad avere un’altra relazione, tanto più è elevata la possibilità di riuscita o di successo.
A volte rimettersi in gioco dopo aver subito un ghosting, consente di disconfermare che foste voi il problema o foste voi a non essere abbastanza validi per l’altro, perché nel confronto con una persona diversa, potreste accorgervi di essere invece apprezzati e amati per ciò che siete e che non ha nessuna intenzione di sparire.

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