FAQ

perché andare dallo psicologo

Perché andare dallo psicologo?

Leggi la testimonianza di un paziente:

Il motivo per cui sono andata dallo psicologo la prima volta è stato un malessere a cui non sapevo dare una spiegazione e a causa del quale non riuscivo più a vivere serenamente.

Da qualche mese, soprattutto quando mi trovavo nei luoghi affollati, avvertivo un improvviso senso di soffocamento, mi girava la testa, le gambe mi tremavano e mi sembrava di morire.

Ero assalita dall’ansia, avevo la tachicardia e il fiato corto, ma quello che mi spaventava di più era la paura di impazzire.

Solo quando mi sono rivolta ad un professionista ho capito che stavo soffrendo di attacchi di panico e che si potevano risolvere con la psicoterapia.

Prima di allora non avevo mai parlato con nessuno di ciò che mi era successo, perché avevo paura di essere considerata matta ma, nonostante la vergogna, mi accorsi che non potevo più convivere con quel disagio e trovai il coraggio di chiedere aiuto. 
Sin dai primi mesi di terapia, il fatto di sentirmi accolta, compresa e non giudicata per ciò che provavo, mi aveva dato un senso di grande sollievo.


Affrontare gli eventi che avevano causato la mia angoscia fu molto utile per diventare consapevole delle mie emozioni e imparare a gestirle senza paura. 
Il percorso è stato impegnativo, ma da quel momento ho ricomiciato ad essere felice e a vivere meglio di prima.
A prescindere dal fatto che si stia bene o male, la psicoterapia è un’esperienza che ognuno dovrebbe fare, perché insegna anche a realizzare i propri desideri ed essere sé stessi

perché andare dallo psicologo
perché andare dallo psicologo

Perchè chiedere l’aiuto di un professionista?

La spinta a richiedere aiuto a un professionista non è soltanto determinata da eventi traumatici come un lutto o una separazione.
 A motivare la decisione di andare da uno psicologo può essere un disagio per via del quale vi sentite sempre ansiosi, frustrati e demotivati e che si ripercuote nelle relazioni con familiari, amici e colleghi.


Se questo stato di malessere si protrae fino ad impedirvi di affrontare la giornata in maniera positiva come prima, è il momento di contattare un terapeuta.



Segnali per i quali andare da uno psicologo possono essere:

Quando chiedere aiuto?

 

Come trovare lo psicologo che fa per te?

Un buon metodo per trovare un terapeuta di riferimento è effettuare una ricerca per parole chiave su internet, come probabilmente avrete fatto per arrivare fin qui.
Un’altra possibilità è quella di chiedere consiglio a qualcuno di cui vi fidate ma, se parlare dei vostri problemi con un amico può mettervi in imbarazzo, il web è sicuramente lo strumento più idoneo.

Avere la necessità di uno psicologo è naturale quanto il bisogno di andare dal dentista se per esempio vi fa male un dente.
Anche se il problema per cui lo cercate è di origine diversa, è indispensabile chiedere l’aiuto di un esperto che abbia gli strumenti adatti per risolverlo.

Quando parlerete con il terapeuta che avete scelto, fidatevi del vostro buon senso e fatevi guidare dalle prime impressioni: se vi sentite a vostro agio, è quello che fa per voi.

 

Perchè la terapia aiuta a prendersi cura di sé?

Diversamente da quanto si possa pensare, sono molte le persone che si rivolgono ad uno psicologo per migliorare la loro qualità di vita e che ne traggono giovamento.
Infatti, la terapia consente di innalzare l’autostima, di sviluppare sicurezza nelle proprie decisioni e di avere successo nelle relazioni affettive e professionali.

Scegliere di andare in terapia vuol dire prendersi cura del proprio benessere perché offre l’occasione per parlare di sé ed essere ascoltati veramente. 

Tutti abbiamo bisogno di ricevere attenzione e di riscontrare interesse da parte degli altri riguardo alle nostre esigenze, ma chi ci sta vicino non è sempre in grado di farlo in modo adeguato.

Ecco perché talvolta, per affrontare un momento difficile, è necessario l’intervento di un professionista che, essendo imparziale, non ci fa sentire giudicati e ci comprende a pieno.
 Per richiedere sostegno occorre mettersi in discussione e riconoscere di avere bisogno di aiuto.

Perciò chi lo fa ha una marcia in più e l’esito della terapia è già orientato al successo.

Per molti andare dallo psicologo è ormai una consuetudine perché la terapia è un percorso di autoconoscenza e offre l’oppotunità di avere uno spazio esclusivo per sé, per manifestare liberamente le proprie emozioni ed essere sé stessi.

talking minds
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Alcune domande frequenti

Il percorso formativo di uno psicologo differisce da quello dello psicoterapeuta per il fatto che lo psicologo ha conseguito soltanto un diploma di laurea, mentre per diventare psicoterapeuta bisogna prendere una specializzazione.
Inoltre, nel corso di specialità, che può durare quattro o cinque anni, è obbligatorio svolgere un determinato numero di ore annuali di psicoterapia personale.
Dunque, per intendersi meglio, la differenza è la stessa che intercorre tra un medico generico e uno specialista in una branca specifica della medicina.

La differenza è sostanziale, in quanto si tratta di due professionisti che provengono da una formazione universitaria diversa: lo psicoterapeuta ha conseguito la laurea in Psicologia, mentre lo psichiatra è laureato in Medicina. In quanto medico, lo psichiatra è abilitato a prescrivere farmaci, e solitamente collabora con lo psicoterapeuta, che invece, parallelamente al percorso farmacologico, segue il paziente anche da un punto di vista emotivo e relazionale.

Si tratta di professioni analoghe dal punto di vista formativo, infatti entrambi hanno conseguito il titolo di psicoterapeuta presso una scuola di specializzazione e svolgono lo stesso lavoro, ma seguono approcci e metodi terapeutici diversi.

Un trattamento, per risultare efficace, deve durare il tempo necessario affinché la persona diventi consapevole di ciò che vuole e realizzi gli obiettivi che di volta in volta si prefigge di raggiungere insieme al terapeuta.
Per questo la durata della terapia è variabile e non può essere stabilita a priori.



Il percorso può essere considerato concluso quando il paziente riesce ad operare dei cambiamenti concreti nella direzione desiderata.

Il tempo varia anche in base ai metodi utilizzati: per esempio, il tipo di approccio col quale lavoro, nell’arco di un anno, permette già di migliorare notevolmente la qualità di vita.
Tuttavia, la durata del percorso è anche determinata dal tipo di problema su cui il paziente vuole lavorare, nel senso che la terapia può essere focalizzata su alcuni aspetti riguardanti uno specifico ambito di vita, come quello lavorativo o sentimentale.
In tal caso potrebbe essere sufficiente anche un periodo inferiore, che si aggira intorno ai sei mesi



In seguito, è possibile che emergano nuove tematiche e che il paziente voglia continuare il percorso terapeutico per affrontarle, ma questo dipende dalle necessità individuali, che vengono valutate insieme al terapeuta a seconda dei casi.

La psicologa aiuta le persone a comprendere le cause del loro disagio, a realizzare ciò che necessitano per stare bene e a sviluppare convinzioni positive su di sè e sul futuro. 


Personalmente, aiuto i miei pazienti a trovare le strategie più adatte a risolvere i loro problemi e a metterle in pratica nel quotidiano per ottenere i cambiamenti desiderati.


Il mio obiettivo è consentire alle persone di liberarsi dai blocchi emotivi e mentali e di sentirsi soddisfatte delle proprie scelte. 
Il terapeuta deve lavorare insieme al paziente affinché impari ad affrontare la vita con più padronanza.





“Lo Psicologo opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere sé stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace; lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni, astenendosi dall’imporre il proprio sistema di valori, non opera discriminazioni; evita commistioni tra il ruolo professionale e vita privata”.
Dal Codice Deontologico degli Psicologi Italiani.
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