Quali sono i punti salienti per sviluppare l’autostima?
Smettere di assecondare l’opinione degli altri e accettarsi per come si è;
Avere un’idea positiva di sé ed essere sicuri del proprio valore;
Essere convinti delle proprie scelte e delle decisioni prese;
Riconoscersi il diritto di far rispettare i propri bisogni;
Credere nelle proprie risorse e nella possibilità di ottenere ciò che si vuole;
Sentirsi meritevoli di essere stimabili e dirsi “bravo/a” quando si ottengono buoni risultati;
Liberarsi dal giudizio altrui e dall’aspettativa di essere approvati, dandosi il giusto apprezzamento da soli;
Credere di agire sempre al meglio delle proprie possibilità.
Che cos’è l’autostima
Ciascuno ha un’opinione di sé, chiamata autostima, sulla base della quale sceglie di comportarsi e che lo fa sentire più o meno capace di decidere cosa è meglio per la propria vita. Per questo è importante avere una buona autostima, al fine di potersi orientare adeguatamente rispetto al modo di agire e di rapportarsi con gli altri. L’autostima, oltre ad essere legata alla sensazione di essere sicuri di sé, ha anche a che fare con il rispetto di sé e il senso di autoefficacia. Per avere rispetto di sé bisogna saper affermare e far valere il diritto alla realizzazione dei propri bisogni. Il termine autoefficacia, invece, si riferisce alla fiducia nelle proprie capacità di ottenere il successo, ovvero di riuscire a conseguire l’obiettivo desiderato e di riconoscersi il merito per averlo raggiunto. E, dato che possedere una sana autostima significa imputare le ragioni del proprio successo alle abilità personali piuttosto che a circostanze esterne, bisogna sviluppare l’autoefficacia se vogliamo avere una giusta valutazione di noi stessi.
Quanto più l’individuo implementa il senso di autoefficacia, tanto più alimenta la propria autostima, con ciò accrescendo le proprie occasioni di successo. In questo senso l’autostima potrebbe definirsi come l’attitudine a saper ottenere ciò che si vuole.
Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui azzittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa vorrete veramente diventare. Tutto il resto è secondario.
Steve Jobs
L’autostima dunque è la disposizione a percepirsi meritevoli di essere felici e a considerarsi dotati delle competenze necessarie a far fronte alle sfide importanti della vita.
L’autostima e l’autoefficacia costituiscono la nostra “coscienza motivazionale”, che consente di adottare un comportamento in funzione di un desiderio. La propria idea di sé dunque si traduce nelle scelte che contribuiscono a costruire il destino di ognuno in modo più o meno positivo. Quando, infatti, crediamo in noi stessi quasi sempre otteniamo ciò che vogliamo, ma se innanzi a una prova non ci sentiamo all’altezza di superarla e ci diamo già per vinti, la motivazione ad agire in direzione del successo viene meno e quasi certamente andremo incontro a un fallimento. Tuttavia anche il contesto ambientale è rilevante e ha un impatto critico fondamentale sulle valutazioni individuali di successo o insuccesso.
L’autoefficacia, infatti, si riferisce alla capacità di adattarsi alle situazioni che l’ambiente richiede di affrontare nel modo più idoneo possibile per l’individuo. Pertanto, per raggiungere le mete prefissate in maniera ottimale è necessario che l’ambiente sia di supporto al soddisfacimento dei bisogni. Viceversa, un ambiente ostile ne impedisce la gratificazione. Poiché il “feedback” del mondo sociale, ovvero il riscontro che ci danno gli altri delle nostre azioni, non gioca sempre a favore dell’individuo e può contribuire a mettere in crisi le sue stesse convinzioni, la motivazione al successo deve essere incrementata costantemente.
In che modo l’autostima determina il successo o il fallimento?
Malgrado una concezione positiva di sé non basti a garantire la riuscita di una prestazione, l’impressione che l’individuo ha delle proprie abilità ha un forte impatto sull’efficacia della sua performance. Ne deriva che l’autostima non è il riflesso oggettivo delle abilità o delle qualità delle persone, nel senso che coloro che nutrono un buon giudizio nei confronti di se stessi non sono più dotati rispetto a quelli che non si apprezzano; ma la possibilità di avere successo o meno dipende dall’atteggiamento che hanno rispetto agli eventi da affrontare.
Le persone con un’autostima elevata infatti, prima di intraprendere un’attività, affrontare una prova o risolvere un problema, credono fermamente di avere buone probabilità di successo. Mentre quelle con una bassa autostima maturano convinzioni negative su di sé, credendosi incapaci, dicendosi che non ce la faranno perché reputano il compito troppo difficile per sentirsi all’altezza di eseguirlo e non sono in grado di mettere a frutto le loro potenzialità per gestire gli eventi negativi. Così finiscono con l’indebolire anche le loro risorse.
Inoltre, coloro che percepiscono la propria efficacia, anche quando sono incorsi in qualche delusione a seguito di un fallimento nel passato, hanno la tendenza a essere comunque ottimisti, a confidare in se stessi e a credere fermamente di poter conseguire i propri obiettivi. Per questi soggetti, anche prove simili che in passato non sono state superate diventano una sorta di sfida e di nuova occasione per affermare il proprio valore.
Invece, di fronte a ripetuti insuccessi, le persone che confidano poco o per nulla nelle proprie competenze, mostrano un atteggiamento arrendevole: prevedono un altro fallimento, si scoraggiano, si sentono inadeguati e inesperti, vivono la mancata riuscita del loro progetto come una sconfitta e sentono minacciata la propria autostima. Pertanto giocano in difesa e non in attacco, garantendosi e attirandosi quasi sempre un inevitabile insuccesso come una profezia che si autoavvera.
Se puoi sognarlo puoi farlo.
Walt Disney
Ne deriva che i soggetti dotati di autostima avranno maggiori successi e buone probabilità di ottenere sempre migliori risultati, mentre al contrario i soggetti che ne sono privi tenderanno a desistere e rinunciare al punto di non prefiggersi nemmeno più obiettivi, entrando in un loop che non consente più di nutrire aspettative positive e dunque di non impegnarsi a fondo a causa dell’ansia per la prestazione da affrontare, che ne compromette inevitabilmente l’efficienza.
Che atteggiamento hai nei confronti di te stesso?
Locus of control
Il livello di autostima dipende oltre che dalle convinzioni negative o positive riguardo alle nostre capacità di conseguire successi, anche dall’aspettativa circa le cause che ne determinano i risultati. Chi si identifica con una persona perseverante e determinata rispetto al raggiungimento della meta prescelta possiede un locus of control interno, ovvero attribuisce successi o insuccessi a fattori personali relativi all’esercizio delle proprie abilità, volontà e capacità, e pertanto reputa che gli eventi si possano controllare nel senso di determinarne l’andamento e l’esito rispetto al conseguimento di obiettivi desiderabili.
Mentre chi si identifica maggiormente con una persona che teme il fallimento e fa della sua paura un’occasione per rinunciare al tentativo di realizzare i propri obiettivi, ha un locus of control esterno, ovvero crede che gli eventi della vita, come i premi o le punizioni, non siano il risultato dell’azione diretta di capacità personali, quanto piuttosto l’esito di fattori imprevedibili e indeterminabili quali il caso, la fortuna o il destino.
È chiaro come né un caso né l’altro siano completamente verosimili, perché non è possibile prevedere tutte le variabili che potrebbero incidere positivamente o negativamente sull’esito di un’azione. Perciò, per valutare i probabili costi e benefici si può assumere solo un’ipotesi di rischio più o meno elevata, tuttavia non certa.
Questo vuol dire che bisogna riconoscere in che misura il risultato ottenuto sia dipeso dalle proprie abilità e quanta parte abbiano avuto i fattori esterni nel determinarlo, poichè nulla dipende esclusivamente né dalle une né dagli altri.
Riconoscere cosa dipende da noi e cosa dagli altri
Saper dare il giusto riconoscimento a quanto è in nostro potere è fondamentale per acquisire e nutrire fiducia nelle proprie risorse, che resta un fattore determinante del successo, soprattutto al fine di stabilire la strategia da adottare per raggiungere gli obiettivi futuri. Inoltre saper distinguere ciò che è influenzato dalle nostre risorse da ciò che non lo è, può essere utile a non incorrere nella rassegnazione, che spesso diventa un alibi per non agire. Se si comprende quanto di ciò che facciamo dipende da noi, si può ammettere che ci sono situazioni sulle quali non abbiamo controllo e accettare la frustrazione per l’eventuale fallimento. Non bisogna abbandonare i propri intenti allorché si percepisca una maggiore difficoltà a realizzarli. Piuttosto, si deve lavorare più duramente per ottenere quello che si vuole.
Ed è proprio nel momento in cui il contesto sociale non permette la soddisfazione di alcune esigenze naturali indispensabili al sostentamento psichico ed emotivo dell’individuo, che occorre mantenere salde le proprie motivazioni al successo ed alimentarle incrementando lo sforzo personale.
L’autostima, insomma, non è qualcosa di cui si è più o meno dotati. Rappresenta piuttosto uno strumento sano quando le persone si assumono la responsabilità delle proprie scelte, essendo realiste e al contempo fiduciose nelle possibilità di riuscita, e si mettono volentieri in gioco rispetto ad impegni compatibili con i valori e gli obiettivi che gli sono propri.
Cosa fare per migliorare la propria autostima
Per alimentare l’autostima, dovete riconoscere anzitutto se è sana o distorta, poi trovare quante più occasioni possibile per avere successo e darvi prova del fatto che potete raggiungerlo, traendone soddisfazione.
Per migliorare l’autostima bisogna:
- agire in base a ciò che si sente di “voler” fare e non piuttosto di “dover” fare;
- diventare assertivi scegliendo l’obiettivo che si desidera raggiungere in base alle proprie priorità e stabilendo il modo migliore per realizzarlo;
- perdonarsi gli errori e darsi continue nuove possibilità per eccellere.
Diventare consapevoli di ciò che si vuole e stabilire gli obiettivi da perseguire
Come si scelgono gli obiettivi:
- Devono dipendere da noi e riguardare risultati relativi ai propri comportamenti e non a quelli altrui. Dunque, se volete cambiare qualcosa dovete chiedervi: “Cosa posso fare io per ottenere quello che voglio?” e non aspettare che siano gli altri ad agire per accontentarvi.
- Devono essere positivi, cioè l’obiettivo deve essere espresso in forma affermativa, per esempio l’obiettivo “Non voglio comportarmi da timido” deve essere formulato in un modo simile: “Voglio comportarmi in maniera disinvolta ed essere socievole con gli altri”.
- Devono essere definiti in termini concreti, per cui non è sufficiente dire: “ Voglio guadagnare tanti soldi”, bensì dire: “Voglio guadagnare undicimila euro per acquistare l’auto che mi piace”.
- Gli obiettivi di portata maggiore devono essere scomposti in obiettivi più piccoli, che ci mettano in grado di raggiungerli.
- Immaginare soluzioni efficaci e non ostacoli.
- Fare un piano d’azione dettagliato e realistico sulla base del quale organizzare gli strumenti e le energie a disposizione e poter mettere in campo le proprie risorse.
- Accettare il rischio relativo al fatto che gli esiti possono essere anche diversi da quelli sperati.
Diventare assertivi
Affinché ci possiamo sentire sicuri del nostro valore bisogna anzitutto essere assertivi. Se volete adottare la modalità adeguata per rispondere e reagire in maniera assertiva con gli altri dovete basarvi sul diritto a far rispettare le vostre esigenze e affermare chiaramente in ogni situazione ciò che ritenete sia più opportuno per farvi stare bene.
Per tenere un atteggiamento assertivo bisogna avere presente quale è il fine che vogliamo raggiungere e reputarlo idoneo e giusto e agire in virtù del proprio sistema di valori. Questo vuol dire che nelle relazioni con gli altri dobbiamo sempre prima stabilire quali sono per noi le priorità e comportarci conseguentmente a questa scelta. I problemi iniziano quando, pur avendo una certa priorità rispetto ad un desiderio, non si riesce a farla valere. Perciò è bene sviluppare l’autostima, ovvero accrescere la nostra fiducia riguardo ai propri diritti: essere trattati con riguardo, essere accolti e accettati per ciò che siamo.
Saper gestire successi e fallimenti nella maniera opportuna
Quando facciamo esperienza di un evento registrandolo come successo o fallimento, misuriamo il grado della nostra performance in base ad un parametro soggettivo che è uno standard interiore stabilito inconsciamente secondo alcuni dettami, riferibili in linea di massima al modello che i nostri genitori utilizzavano per reputarci bravi oppure no. Perciò occorre ricalibrare i nostri parametri di volta in volta adeguandoli alla situazione, affinché siano conformi al livello delle nostre possibilità in quel determinato momento e, se necessario, anche ridimensionare i propri obiettivi e renderli consoni a quanto siamo in grado di fare, accettando che abbiamo dei limiti e che quello che possiamo fare sia il meglio possibile. Dunque occorre:
- Assegnare selettivamente importanza a quegli scopi che siamo in grado di raggiungere, senza porsi obiettivi troppo impegnativi, che difficilmente riusciremmo a soddisfare con un conseguente abbassamento dell’autostima;
- Riconoscersi l’abilità di aver raggiunto un buon risultato e fare tesoro del proprio successo, valutando attentamente quali sono state le risorse messe in campo e farne i nostri punti di forza, memorizzandoli e premiandoci;
- Non attribuirsi tutta la colpa di un insuccesso riconducendolo esclusivamente alla propria incapacità. Non sempre la causa dei nostri fallimenti è dovuta alla nostra incompetenza, ma possono essere intervenute varie cause esterne indipendenti da noi, come la sfortuna, l’ostilità di una persona in forte competizione, alcune circostanze sfavorevoli, difficoltà oggettive;
- Non valutarsi in maniera troppo rigida, nel senso che qualora i motivi del nostro fallimento siano da attribuirsi a cause di natura interna, non bisogna considerarle come stabili, sentendosi incapaci e stupidi, bensì transitorie perché magari si era stanchi e mal disposti;
- Ridimensionare l’importanza degli insuccessi, senza considerarli come prova di uno scarso valore, bensì come esperienza da cui trarre insegnamenti futuri, nonché concedersi di non poter riuscire in un intento e perdonarsi se si è mancato il bersaglio;
- Dare la giusta importanza anche ai successi e assegnare loro il rilievo che hanno avuto rispetto alla conferma e comprova delle nostre capacità e valutarne l’influenza positiva che hanno avuto su di noi e sulla nostra vita, in modo da alimentare una buona stima di sé.
Terapia a Roma con Psicologa per sviluppare l’autostima
Se si vuole fare un lavoro su di sé per riconoscere il proprio valore, la psicoterapia può facilitare l’apprendimento di tutte le abilità necessarie allo sviluppo e all’accrescimento dell’autostima:
diventare consapevoli del proprio carattere e accettare sia i nostri limiti che le nostre risorse senza giudicarsi;
ascoltare emozioni e bisogni e fare in modo che vengano rispettati;
mettersi in gioco, accettando di rischiare e di affrontare eventuali fallimenti;
imparare a tollerare la frustrazione, non lasciarsi abbattere e crearsi nuovi obiettivi;
cambiare le convinzioni negative su di sé affinchè subentrino quelle positive.
Se una persona sperimenta con successo la psicoterapia, riuscendo a individuare quali sono gli oggetti reali delle sue paure e a rimuovere gli ostacoli con i quali si impedisce di funzionare efficacemente nella vita, compierà le azioni necessarie al sostegno della propria autostima.